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IL PIL CALA MA NON PREOCCUPA

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Nel 2020 il PIL italiano è calato dell’8,8%,  mentre nel quarto trimestre del 2020 è sceso del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% rispetto al quarto trimestre del 2019. Lo rende noto l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) in base alle stime provvisorie. Il PIL è il valore aggregato, a prezzi di mercato, di tutti i beni e i servizi finali prodotti sul territorio di un Paese in un dato periodo temporale. Nella giornata di ieri, lunedì 1 febbraio, sempre Istat aveva pubblicato i dati stimati per la disoccupazione.

Il dato odierno relativo al Prodotto Interno Lordo nazionale è lievemente migliore delle attese che indicavano un calo del 9%. Per il periodo ottobre-dicembre il consenso degli analisti indicava un calo tra il 2% e il 2,2%. In termini destagionalizzati nel 2020 il PIL italiano è sceso dell’8,9%; mentre  per il 2021 quello che si otterrebbe se la variazione di tutti e 4 i trimestri dell’anno fosse zero è un incremento, pari a +2,3%.

L’economia italiana, spiega l’Istat commentando i dati, registra una nuova contrazione nel quarto periodo a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria. Tale risultato, che determina un ampliamento del calo tendenziale del PIL: da -5,1% del trimestre precedente a -6,6%”.

Il quarto trimestre ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2019. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale, sia della componente estera netta.

03/02/2021

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