In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il mondo delle imprese guarda all’agricoltura come a un laboratorio avanzato di emancipazione femminile. Lo dimostrano le storie premiate a Roma dalle Donne della Coldiretti con il riconoscimento “Amiche della Terra”, un titolo che celebra non solo la resilienza personale, ma la capacità di trasformare l’impresa agricola in uno spazio di dignità, libertà e rinascita.
Accanto alla premiazione, la presenza di figure istituzionali come il presidente Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, la responsabile Donne Coldiretti Mariafrancesca Serra, la ministra Marina Calderone, la presidente della Commissione sul femminicidio Martina Semenzato, e rappresentanti di organizzazioni internazionali come la vicedirettrice della FAO Lauren Phillips e la vicepresidente dell’IFAD Federica Diamanti, ha confermato il valore economico e sociale di queste esperienze.
Agricoltura come presidio di dignità
Il premio Amiche della Terra valorizza quelle imprenditrici che hanno saputo trasformare l’azienda agricola in un presidio culturale e sociale: luoghi dove la tutela della biodiversità dialoga con l’inclusione, la sicurezza e l’innovazione.
Un approccio che, nel contesto del 25 novembre, mostra come la violenza sulle donne si combatta anche attraverso indipendenza economica, leadership professionale e rigenerazione delle comunità rurali.
Le storie che parlano al mondo delle imprese
Una masseria che diventa rifugio
Nelle campagne del Salento, Gabriella Rondini ha affiancato alla produzione di zafferano un progetto sociale che accoglie donne vittime di violenza. La sua masseria è diventata un luogo protetto dove ritrovare fiducia, competenze e autonomia: un modello di welfare rurale replicabile in altri territori.
La mugnaia che salva un borgo
Chiara del Bono ha lasciato la carriera nelle grandi industrie alimentari per recuperare un mulino storico a Roccaprebalza, in Emilia Romagna. Oggi, grazie al suo lavoro, un intero borgo rinasce attraverso la panificazione condivisa e un turismo di qualità che porta valore economico e coesione sociale.
Il turismo d’alpeggio come impresa comunitaria
In Piemonte, Roberta Colombero ha recuperato l’antico mestiere della malgara, trasformandolo in un’esperienza di turismo d’alpeggio. I visitatori imparano a mungere, pascolare e vivere la montagna: una forma di imprenditorialità che ridà vita alle aree interne.
Il successo globale del vino abruzzese
Antonella Di Tonno è passata da una piccola partecipazione societaria alla guida di una cantina che oggi esporta in oltre 75 Paesi, con più di un milione di bottiglie prodotte. È la prima azienda vinicola italiana certificata Geeis-Diversity, con un team composto per più della metà da donne e il 30% da persone provenienti da diversi Paesi.
Il farmers market che cambia una città
In Egitto, Eman Ahmed Abdelaziz Seif Ahmed ha portato il modello dei mercati di Campagna Amica ad Alessandria d’Egitto, aprendo il primo farmers market della città. Più di un punto vendita, uno spazio di emancipazione, scambio culturale e solidarietà tra produttrici.
Dal casale in rovina all’agriturismo “C’era una volta”
La biologa Sara Canale ha lasciato la ricerca per ridare vita a un terreno abbandonato e trasformarlo in un agriturismo: una storia di impresa che vale doppio, perché recupera territorio e genera economia sostenibile.
L’agri-planner dell’economia circolare
Nelle campagne laziali, Serena Gallaccio ha creato un’attività originale: allestimenti aromatici per cerimonie realizzati solo con erbe del giardino, completamente riutilizzabili. Un esempio di creatività, sostenibilità e identità agricola.
Arte, cucina e identità rurale
La giovane umbra Valentina Alunno unisce arte e agricoltura nel progetto “Contadina Contemporanea”: oggi porta in giro per l’Italia food truck che raccontano una nuova immagine della donna rurale, fatta di competenza, innovazione e radicamento territoriale.
L’allevatrice-influencer che racconta il benessere animale
Valeria Comensoli Ruggeri è diventata una star del web raccontando la vita nella sua stalla modello, tra tecnologie di raffrescamento, alimentazione a km zero, biogas e fotovoltaico. Un modo nuovo di fare divulgazione agricola e impresa.
La forza dopo l’incendio
Moira Donati, trentina, ha visto la sua azienda AgriLife distrutta da un incendio. In pochi mesi è riuscita a riportare gli animali in stalla e a far ripartire l’attività: una storia che parla di resilienza e gestione d’impresa.
“Libeera”: la birra che sostiene i centri antiviolenza
Un premio speciale è stato assegnato a “Libeera”, la prima birra italiana da filiera completamente femminile.
Il progetto — nato dall’alleanza tra imprenditrici agricole e la Fondazione Una Nessuna Centomila — unisce produzione, solidarietà e comunicazione: ogni bottiglia dona 20 centesimi ai centri antiviolenza, riporta il numero 1522 e un QR code per sostenere i percorsi di protezione e reinserimento lavorativo delle donne.
Un esempio concreto di come un prodotto agroalimentare possa diventare strumento di empowerment.
Il peso economico delle imprese femminili in agricoltura
Secondo l’analisi Donne Coldiretti:
- il 28% delle imprese agricole italiane è guidato da donne;
- circa 13 mila sono under 35, orientate a tecnologia e innovazione;
- oltre il 60% pratica agricoltura biologica o biodinamica;
- più della metà diversifica con vendita diretta, agriturismo, trasformazione;
- Sicilia, Puglia e Campania sono le regioni con la maggiore presenza, seguite da Piemonte e Toscana.
Un settore che, oltre a produrre valore economico, sostiene welfare locale, inclusione sociale, rigenerazione dei territori.
Perché il 25 novembre parla anche alle imprese
Le storie delle “Amiche della Terra” mostrano che contrastare la violenza sulle donne significa costruire condizioni perché possano essere autonome, riconosciute, libere di scegliere.
E l’impresa — agricola o industriale che sia — è uno dei luoghi decisivi in cui questo cambiamento accade.
L’agricoltura femminile dimostra che la leadership delle donne non solo porta reddito e innovazione, ma rafforza le comunità e riduce le fragilità sociali, contribuendo a creare un Paese dove la violenza trova meno spazio.
Il 25 novembre, guardando queste storie, il mondo delle imprese può trarre una lezione chiara: la libertà passa anche dal lavoro. E il lavoro, quando è libero, competente e condiviso, diventa il terreno dove cresce una società più giusta.
25/11/2025







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