Un ordigno rudimentale, un’esplosione nella notte e due auto semidistrutte davanti alla casa del giornalista Sigfrido Ranucci, a Pomezia. È successo giovedì sera, e solo il caso ha evitato che l’attentato avesse conseguenze tragiche. Ora i carabinieri del Ris sono al lavoro per analizzare i reperti dell’esplosivo e verificare la natura del materiale utilizzato, nel tentativo di risalire agli autori dell’intimidazione.
Secondo una prima ricostruzione, l’ordigno conteneva circa un chilogrammo di esplosivo compresso, lasciato con la miccia accesa tra due vasi davanti all’abitazione del conduttore di Report. Un testimone avrebbe visto una persona incappucciata allontanarsi pochi istanti prima della deflagrazione. Gli inquirenti stanno anche esaminando un’auto rubata rinvenuta nelle vicinanze, per verificare un eventuale collegamento con l’attentato.
Un attacco alla libertà che colpisce l’intero sistema
Al di là della cronaca, l’attentato contro Ranucci rappresenta un attacco diretto alla libertà d’informazione, uno dei pilastri non solo della democrazia ma anche dell’economia moderna. Perché senza trasparenza e informazione indipendente non esiste mercato libero, non esiste concorrenza leale, non esiste fiducia.
Il giornalismo d’inchiesta, soprattutto quello che indaga sui rapporti tra potere, denaro e istituzioni, è una componente essenziale di ogni ecosistema economico sano. Colpire chi fa luce su vicende scomode significa colpire il diritto dei cittadini e delle imprese a operare in un contesto limpido e prevedibile.
La responsabilità collettiva
In questo contesto, il mondo produttivo non può restare spettatore. Il settore privato, che ogni giorno invoca legalità, trasparenza e certezza del diritto, ha tutto l’interesse a difendere la libertà di stampa e la sicurezza di chi la esercita. Perché il silenzio, quando si prova a zittire una voce scomoda, finisce per minacciare anche la reputazione e la stabilità del sistema economico nel suo complesso.
Mentre i Ris lavorano sui reperti e gli inquirenti cercano i responsabili, resta un dato certo: la libertà d’informazione è un’infrastruttura economica tanto quanto le strade o le reti digitali. Ogni attentato a chi la pratica è un attentato al futuro produttivo e civile del Paese.
18/10/2025
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