L'annuncio dell'amministrazione Trump di imporre dazi del 25% su acciaio e alluminio ha scatenato una dura reazione da parte del Canada, dell'Unione Europea e della Cina, alimentando un'escalation di tensioni commerciali che potrebbe avere ripercussioni significative sulle imprese di entrambi i lati dell'Atlantico.
Il Canada ha risposto prontamente con tariffe per 20,7 miliardi di dollari statunitensi sulle importazioni dagli USA, una misura ritorsiva annunciata dal governo di Ottawa. Inoltre, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente con l'estensione dei dazi statunitensi anche al rame, come anticipato dal Segretario al Commercio Larry Lutwick alla CNN.
Trump minaccia nuovi dazi e annuncia emergenza nazionale
Donald Trump, attraverso la piattaforma social Truth, ha dichiarato di essere pronto ad aumentare i dazi fino al 50% in risposta alla decisione del premier dell'Ontario, Doug Ford, di applicare una tariffa del 25% sull'elettricità esportata negli Stati Uniti. Il presidente americano ha inoltre minacciato un incremento dei dazi sulle automobili a partire dal 2 aprile, una misura che potrebbe causare gravi danni all’industria automobilistica canadese.
A complicare ulteriormente il quadro, Trump ha espresso l’idea di dichiarare un’emergenza nazionale per l’elettricità nelle aree colpite dalle tariffe canadesi e ha persino avanzato l’ipotesi di un’annessione del Canada agli Stati Uniti, suggerendo che diventare il "cinquantunesimo Stato" eliminerebbe ogni tariffa e garantirebbe vantaggi fiscali e di sicurezza ai canadesi.
L'Unione Europea risponde con tariffe per 26 miliardi di euro
Anche l’Unione Europea ha reagito duramente ai dazi USA, annunciando contromisure per un valore di 26 miliardi di euro. La Commissione Europea ha stabilito che le misure entreranno in vigore in due fasi: a partire dal 1° aprile e pienamente operative dal 13 aprile. Le tariffe colpiranno vari prodotti statunitensi, tra cui acciaio, alluminio, elettrodomestici, prodotti tessili, articoli in pelle, oltre a prodotti agricoli come pollame, manzo, latticini e zucchero.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato che i dazi statunitensi "interrompono le catene di approvvigionamento e generano incertezza economica", ribadendo che l’UE è pronta a negoziare soluzioni alternative ma non esiterà a proteggere le proprie imprese e lavoratori.
La reazione dell'industria siderurgica e il rischio per l'economia globale
Le associazioni industriali hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze di questa guerra commerciale. Henrik Adam, presidente dell'Associazione europea dell'acciaio (Eurofer), ha dichiarato che i dazi USA rappresentano "l'ultimo chiodo nella bara dell’industria siderurgica europea", mettendo a rischio la sicurezza industriale, la difesa e l’infrastruttura energetica del continente.
Anche la Cina ha annunciato che prenderà "tutte le misure necessarie" per difendere i propri interessi commerciali, con il rischio di un’escalation che potrebbe destabilizzare ulteriormente l’economia globale.
Regno Unito e strategia diplomatica
Diversamente da UE e Canada, il Regno Unito ha scelto un approccio più cauto, evitando contromisure immediate. Il segretario britannico per il Commercio, Jonathan Reynolds, ha affermato che Londra punta su una soluzione diplomatica e sta lavorando a un accordo economico più ampio con Washington.
Conclusioni
La nuova guerra dei dazi tra USA, Canada, UE e Cina sta generando un clima di grande incertezza per le imprese globali. Le tariffe non solo aumentano i costi per le aziende, ma rischiano di compromettere le catene di approvvigionamento e rallentare la crescita economica. Con l’imposizione di nuove misure e le minacce di escalation, la speranza di un compromesso diplomatico appare sempre più fragile, lasciando il mondo imprenditoriale in attesa di sviluppi che potrebbero ridisegnare gli equilibri commerciali internazionali.
12/03/2025
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