Le imprese internazionali tornano a respirare. Dopo settimane di incertezza alimentata dalla recrudescenza della guerra commerciale, un inatteso spiraglio di dialogo tra le grandi potenze mondiali ha riacceso l’ottimismo sui mercati e rafforzato la fiducia nel settore manifatturiero e industriale. La Cina ha annunciato la propria disponibilità ad avviare colloqui con gli Stati Uniti, accogliendo l’iniziativa americana come un passo positivo e chiedendo in cambio "sincerità" e la revoca delle misure unilaterali.
Nel frattempo, dall'Unione Europea è arrivata un'apertura strategica di rilievo: Bruxelles sarebbe disposta ad aumentare fino a 50 miliardi di euro gli acquisti di beni statunitensi, in particolare gas naturale liquefatto, soia e prodotti agricoli. Una mossa destinata a riequilibrare il saldo commerciale con gli USA, ma anche a rafforzare i rapporti transatlantici su settori chiave come l’energia, i semiconduttori e le materie prime critiche.
Il commissario europeo per il commercio Maroš Šefcovic ha confermato l’intenzione dell’Ue di contribuire a un accordo “equo ed equilibrato”, pur precisando che un’intesa non potrà mai basarsi su dazi del 10%, definiti “molto elevati” e “ingiusti”. Le tariffe introdotte dall’amministrazione Trump ad aprile, per ora sospese, restano sul tavolo come minaccia latente.
Questi segnali di distensione hanno avuto un impatto immediato sui mercati finanziari globali: le principali piazze europee hanno chiuso in forte rialzo, con Francoforte a +2,5%, Parigi a +2,3%, Milano a +1,92% e Londra a +1,2%. Anche Wall Street ha aperto in positivo, sostenuta dai buoni dati sull’occupazione e dalla prospettiva di un accordo commerciale tra le grandi potenze. In Asia, le Borse avevano già registrato rialzi significativi sulla scia della disponibilità cinese al dialogo.
Tuttavia, da Bruxelles arrivano anche parole di cautela. Il portavoce della Commissione europea Olof Gill ha chiarito che non è stata ancora avanzata alcuna proposta formale agli Stati Uniti. L’ipotesi di aumentare le importazioni americane resta, per ora, una possibilità in fase di discussione.
Per le imprese europee, il momento è delicato ma ricco di opportunità. Una soluzione negoziale eviterebbe il ritorno di dazi punitivi su beni simbolo del made in USA — come motociclette Harley-Davidson, pollame e abbigliamento — mentre l’apertura commerciale verso gas ed energia potrebbe offrire nuovi spazi per la diversificazione dell’approvvigionamento energetico.
In un contesto geopolitico in rapido mutamento, il rilancio dei negoziati tra Washington, Bruxelles e Pechino rappresenta una finestra strategica per le imprese che guardano all’internazionalizzazione e alla stabilità delle catene di approvvigionamento globali. Ma l’ottimismo resta prudente: la strada verso un accordo sostenibile è ancora lunga e dovrà superare le resistenze interne di ogni blocco.
02/05/2025
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