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SCIOPERO GENERALE CONTRO LA LEGGE DI BILANCIO: CGIL, ADESIONE AL 68% E MEZZO MILIONE IN PIAZZA

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Lo sciopero generale di oggi indetto dalla Cgil contro la legge di bilancio ha registrato un’ampia partecipazione, con il sindacato che segnala un’adesione media del 68% e la presenza di circa mezzo milione di persone nelle piazze italiane. Una mobilitazione che ha coinvolto settori strategici per l’economia e per le imprese, dai trasporti alla scuola fino alla sanità, generando rallentamenti e disagi significativi.

Firenze al centro della protesta: centomila in corteo

La manifestazione principale si è tenuta a Firenze, dove secondo la Cgil sono scese in strada oltre 100.000 persone. Dal palco, il segretario generale Maurizio Landini ha ribadito la contrarietà del sindacato alla legge di bilancio, giudicata insufficiente sul fronte dei salari, della sicurezza e delle politiche industriali:
«Non ci fermeremo – ha dichiarato –. Continueremo a mobilitarci finché non vedremo segnali concreti per lavoratori, pensionati e giovani».

Trasporti e servizi essenziali: la giornata nera per imprese e cittadini

Lo sciopero ha avuto effetti immediati sull’operatività delle imprese, in particolare nei settori che dipendono dalla logistica e dalla mobilità.

  • Treni fermi o in forte riduzione, con ripercussioni sulle catene di fornitura e sul pendolarismo aziendale.
  • Scuole coinvolte, con molte classi chiuse e famiglie costrette a riorganizzarsi.
  • Sanità pubblica rallentata, con rinvii e riduzioni nella programmazione di visite e prestazioni non urgenti.

Le aziende che già devono fare i conti con un contesto economico incerto – tra aumento dei costi energetici e rallentamenti della domanda – hanno registrato ulteriori difficoltà operative e gestionali.

Le ragioni della protesta: salari, investimenti e tutela dei servizi

La Cgil critica la manovra per la mancanza di interventi strutturali su alcuni temi centrali per il mondo del lavoro e per la competitività del Paese:

  • salari fermi e inflazione ancora percepita come alta nelle fasce medio-basse;
  • investimenti industriali ritenuti insufficienti a sostenere innovazione e filiere produttive;
  • sanità e scuola considerate sottofinanziate, con ripercussioni sia per i cittadini sia per l’efficienza complessiva del sistema economico.

Il sindacato chiede inoltre politiche più decise sul fronte della sicurezza sul lavoro e una revisione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori.

Imprese tra incertezza e attesa: «Serve stabilità»

Dal mondo produttivo arrivano reazioni diversificate. Molte imprese manifestano preoccupazione per l’ennesima giornata di blocco, che si aggiunge a un quadro generale già fragile. Altre, pur riconoscendo l’impatto delle proteste, sottolineano la necessità di affrontare temi come salari, formazione e investimenti per garantire una crescita sostenibile.

In ogni caso, cresce la richiesta di stabilità normativa e programmazione a lungo termine, elementi essenziali per attrarre investimenti e pianificare strategie aziendali.

Uno scontro destinato a proseguire

Lo sciopero segna una fase di tensione tra governo e sindacati che, come ha annunciato Landini, potrebbe proseguire nelle prossime settimane. Per imprese e lavoratori, il dialogo tra le parti rimane cruciale per evitare ulteriori blocchi e garantire un contesto produttivo più solido e prevedibile.

12/12/2025

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