Un’altra icona del Made in Italy cambia bandiera. Bialetti, storico produttore della celebre Moka, è stata acquisita da Nuo Capital, società lussemburghese controllata dal magnate cinese Stephen Cheng. Il gruppo asiatico ha rilevato il 78,567% del capitale, con un’operazione che segna non solo un passaggio di proprietà, ma anche un profondo cambiamento strategico: l’addio alla Borsa italiana e l’avvio di un nuovo ciclo di investimenti.
Un simbolo italiano con lo sguardo a Est
Fondata nel 1919 da Alfonso Bialetti a Crusinallo, in Piemonte, l’azienda è diventata un simbolo globale del caffè all’italiana grazie all’invenzione della Moka Express, lanciata nel 1933. Dalla rivoluzione domestica del rito del caffè alle pubblicità storiche con l’Omino con i baffi, Bialetti ha accompagnato generazioni di italiani (e non solo) con un prodotto diventato emblema culturale.
Negli anni la società ha allargato la gamma, introducendo anche macchine per espresso e prodotti per la casa. Dopo il debutto in Borsa nel 2007, tuttavia, ha dovuto affrontare anni complessi, culminati con un piano di ristrutturazione nel 2021.
Il deal: numeri e strategie
L’operazione prevede l’acquisto del 59,002% delle azioni per 47,3 milioni di euro da Bialetti Investimenti e Bialetti Holding, oltre al 19,565% per 5,7 milioni da Sculptor Ristretto Investment. Il closing dell’accordo è atteso entro giugno 2025, con successiva offerta pubblica di acquisto a un prezzo non inferiore a 0,467 euro per azione, finalizzata al delisting da Piazza Affari.
Il piano comprende anche un’importante operazione di rifinanziamento dell’indebitamento, con un mix di capitali:
- Finanziamento junior da 30 milioni di euro da Illimity Bank e Amco
- Finanziamento senior da 45 milioni con Banco BPM, BPER e Banca Ifis
- Apporto in equity da parte di Nuo Octagon per almeno 49,5 milioni
Una manovra complessa, ma fondamentale per rilanciare una realtà industriale che, nelle parole dell’amministratore delegato Egidio Cozzi, è oggi “più solida, forte di una visione strategica chiara e di un marchio riconosciuto a livello globale”.
Il futuro: sfida o opportunità?
Per il settore industriale italiano, questa cessione rappresenta un paradosso tipico: la valorizzazione di un marchio storico passa attraverso la sua internazionalizzazione, ma anche attraverso la perdita di una quota di sovranità economica. Per contro, l’ingresso di capitali cinesi può trasformarsi in nuove opportunità di crescita, espansione sui mercati asiatici e rilancio dell’innovazione, con lo sguardo rivolto a un pubblico sempre più globale.
Il CEO di Nuo Capital, Tommaso Paoli, ha espresso chiaramente l’obiettivo: “Guidare la crescita di un marchio storico della cultura e della tradizione italiana”. Resta da capire come il connubio tra heritage italiano e strategia internazionale saprà tradursi in una nuova fase di sviluppo industriale e commerciale.
In ogni caso, la Moka non è più solo italiana. Ma potrebbe, paradossalmente, diventare ancora più mondiale.
16/04/2025
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