Con l'avvicinarsi della scadenza del 31 ottobre, il concordato preventivo biennale si conferma uno strumento decisivo non solo per le imprese e i professionisti italiani, ma anche per il governo guidato da Giorgia Meloni. Questa misura, che consente di concordare anticipatamente un imponibile fisso su cui calcolare le imposte, potrebbe infatti incidere significativamente sui programmi economici del 2025 e sugli obiettivi di bilancio dell’esecutivo.
Il Ruolo del Concordato nella Manovra di Bilancio
In vista della prossima manovra di bilancio, il governo è impegnato nella ricerca di risorse per sostenere misure già in atto e introdurne di nuove, soprattutto a favore del ceto medio. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha evidenziato come il gettito derivante dal concordato preventivo biennale sia cruciale per confermare gli sgravi fiscali del 2024 e per pianificare interventi futuri. “Le adesioni al concordato sono possibili fino al 31 ottobre, in piena sessione di bilancio. Allora conosceremo il gettito, che non è scontato nei tendenziali della finanza pubblica, e vedremo che spazio ci sarà”, ha dichiarato Leo.
Come Funziona il Concordato Preventivo Biennale
Il concordato preventivo biennale, secondo quanto riportato dall’Agenzia delle Entrate, mira a incentivare l’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali. È destinato ai contribuenti che svolgono attività d’impresa, arti o professioni, e che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA). Questo strumento permette di concordare preventivamente un imponibile fisso, sul quale vengono poi calcolate le imposte indipendentemente dal fatturato effettivo.
Tra i vantaggi per chi aderisce al concordato, c’è la limitazione dei poteri di controllo del Fisco: per i periodi d’imposta accordati, non potranno essere effettuati accertamenti previsti dall’articolo 39 del DPR n. 600/1973. Tuttavia, il rovescio della medaglia è che i controlli fiscali saranno intensificati su coloro che decideranno di non aderire.
L’Impatto Sulle Diverse Categorie di Contribuenti
Non tutte le categorie di contribuenti saranno impattate allo stesso modo dal concordato preventivo biennale. Secondo il Corriere della Sera, in alcuni settori oltre il 70% delle dichiarazioni dei redditi sono considerate “incongrue”, il che potrebbe rendere l’adesione al concordato un peso più che un’opportunità, nonostante la prevista tassa piatta tra il 10% e il 15% sui maggiori redditi dichiarati.
Al contrario, categorie come commercialisti, informatici, geologi, veterinari e dentisti mostrano una maggiore fedeltà fiscale, con un minor rischio di incongruenza nelle dichiarazioni dei redditi. Settori come ristorazione, autonoleggio e pesca, invece, registrano tassi elevati di incongruenza, rendendo il concordato uno strumento potenzialmente oneroso.
Una Scommessa per il Futuro Fiscale del Paese
Il concordato preventivo biennale rappresenta un tassello fondamentale nel progetto di riordino del sistema fiscale italiano, in un Paese che ancora sconta un’evasione fiscale diffusa. Le adesioni che saranno raccolte entro la fine di ottobre non solo incideranno sulle finanze pubbliche, ma determineranno anche il margine di manovra del governo Meloni per il 2025, influenzando la capacità dell’esecutivo di sostenere il ceto medio e di avviare nuove politiche economiche.
19/08/2024
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