Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, anche di terze parti. Cliccando su “Accetta”, proseguendo la navigazione, accedendo ad un’area del sito o selezionando un qualunque suo elemento, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetta

Navigazione contenuti

Contenuti del sito

BISOGNEREBBE RITORNARE A PARLARE DI LAVORO

Immagine dell'articolo

Con l’arrivo della stagione estiva e il contemporaneo allentamento delle restrizioni si preannuncia una stagione turistica intensa, con molto “turismo interno” (italiani che viaggeranno in Italia come lo scorso anno) e “in entrata” (stranieri, soprattutto europei dell’area Schengen, vaccinati o con tampone negativo). Non si tornerà ai livelli pre-Covid, ma è sicuramente una boccata di normalità e di lavoro.

Si rimette quindi in moto la macchina del turismo: trasporti, ristorazione, hospitality (gli alberghi sono solo una voce di questa categoria, nonostante la tendenza italiana a pensare che lavorare nel turismo voglia dire lavorare in un albergo), uffici di promozione turistica di comuni e destinazioni varie, lidi balneari, musei, eventi, più tutto l’indotto.

Una macchina che muove il Pil tanto quanto la precarietà. Ed è questa la normalità che torna assieme al lavoro in questo settore.

Un sistema dove le infrastrutture fanno la propria parte nel movimentare le persone e quindi i flussi turistici, dove gli investimenti locali in cultura, salvaguardia del territorio, promozione, soffrono mancanza di pianificazione (planning), di figure professionali qualificate e riconosciute (come il destination manager), e di investimenti, almeno per le regioni che non hanno budget da investire.

Le ripetute e infondate grida di allarme, spesso infarcite di cifre, lo dimostrano. Se tutto fosse fatto, e controllato, come il mercato e la logica (e le leggi) vogliono, le grida di allarme non ci sarebbero. È evidente, altresì, che il sistema turistico, in destinazioni anche diverse tra loro, si sia omologato fino a collassare per i suoi lati oscuri.

Dobbiamo essere contenti di questi “gridi d’allarme”, che dimostrano come i precari del settore, pur se non rappresentati, sono una voce forte e consapevole che ha imparato a dire no. È ora di cominciare a dare risposte alle tante domande del settore turistico, invece di continuare ad accatastarle come sdraio in un lido, a fine giornata.

10/06/2021

Inserisci un commento

Nessun commento presente

Ultimissime

12 DIC 2025

EX ILVA, DUE OFFERTE PER L’ACQUISIZIONE DEI SITI

Bedrock Industries e Flacks Group in corsa. Apertura alla presenza pubblica e valutazioni in corso

12 DIC 2025

SCIOPERO GENERALE CONTRO LA LEGGE DI BILANCIO: CGIL, ADESIONE AL 68% E MEZZO MILIONE IN PIAZZA

Impatti su imprese, trasporti e servizi

12 DIC 2025

INTERVISTA A GENNARO CAPOLUONGO

Il suo libro, “Dalla parte giusta”

03 DIC 2025

Ritiro cisterne usate: le soluzioni utili per gestire i serbatoi dismessi

Ritiro cisterne usate: le soluzioni utili per gestire i serbatoi dismessi

30 NOV 2025

IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA TORNA A LANCIARE ALLARME CARO-ENERGIA

Orsini: “Con il caro-energia stiamo perdendo pezzi di industria. Serve un decreto immediato”

30 NOV 2025

TREDICESIME AL VIA: 42 MILIARDI AI LAVORATORI, 13,8 MILIARDI ALL’ERARIO

Un volano (parziale) per i consumi di fine anno