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STOP AL GAS RUSSO

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Con l’inizio del nuovo anno, l’Italia e l’Europa si trovano a fare i conti con un cambiamento significativo nella geopolitica dell’energia: il blocco al transito del gas russo attraverso l’Ucraina. L’accordo quinquennale tra Gazprom e Naftogaz è giunto al termine il 31 dicembre 2024, portando con sé potenziali ripercussioni sui costi dell’energia e sulla sicurezza dell’approvvigionamento. Quali sono gli impatti concreti per le famiglie e le imprese italiane?

Un mercato in movimento: i prezzi del gas e gli scenari europei

Il prezzo del gas ha aperto il nuovo anno oscillando. Dopo un avvio sopra i 50 euro al megawattora, ha registrato un calo sotto i 49 euro al mercato di Amsterdam, riferimento europeo. Questo riflette una certa capacità di assorbire l’impatto della chiusura del gas russo da parte dell’Ucraina, grazie a rotte alternative e al GNL (gas naturale liquefatto).

Secondo quanto dichiarato dalla Commissione Europea, il blocco non rappresenta una minaccia immediata per la sicurezza energetica, grazie a una pianificazione efficace e a un aumento della capacità di importazione di GNL dal 2022. Gli stoccaggi europei sono al 72%, sopra la media stagionale del 69%. Tuttavia, i mercati restano volatili e l’attenzione è alta.

L’impatto sulle bollette italiane

In Italia, le ripercussioni sulle bollette non saranno immediate, ma già l’aggiornamento tariffario di gennaio potrebbe fornire le prime indicazioni. Con gli stoccaggi nazionali pieni all’80% e quattro rigassificatori operativi tra Veneto, Toscana e Liguria, il sistema energetico italiano appare in grado di affrontare l’inverno senza rischi immediati. Tuttavia, le stime indicano rincari fino al 30% nel corso dell’anno.

Secondo Nomisma Energia, i costi del gas per le famiglie potrebbero aumentare in media di 230 euro annuali. Mentre i sistemi di tutela, come le tariffe non indicizzate o a prezzo bloccato, offrono un certo grado di protezione, le famiglie e le imprese si preparano ad affrontare un contesto di costi in crescita.

Le strategie del Governo e le prospettive europee

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha rassicurato i cittadini italiani: “Non ci sono rischi per l’approvvigionamento, e una nuova nave rigassificatrice a Ravenna aumenterà ulteriormente la capacità di importazione del GNL.” Il Governo ha mantenuto alta l’attenzione sui rincari, ribadendo l’importanza di soluzioni europee come l’adozione di un price cap per limitare la speculazione sui prezzi dell’energia.

A livello europeo, il Gas Coordination Group ha confermato che le forniture sono garantite attraverso rotte alternative e stoccaggi, e che l’infrastruttura europea è pronta per accogliere gas di origine non russa. Le misure adottate nell’ambito del piano REPowerEU hanno contribuito a diversificare le fonti di approvvigionamento e a rafforzare la resilienza del sistema energetico europeo.

Il peso economico del conflitto in Ucraina

Il blocco del gas russo si inserisce in un contesto più ampio di costi economici legati alla guerra in Ucraina. Secondo Federcontribuenti, il conflitto ha già pesato sui contribuenti italiani per una cifra compresa tra 4 e 6 miliardi di euro, includendo spese militari, umanitarie, energetiche e per l’accoglienza dei rifugiati. La guerra ha inoltre contribuito all’inflazione, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie e rallentando la crescita economica del Paese.

Nel 2022, il Governo ha destinato oltre 30 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese colpite dall’aumento dei prezzi energetici, cifra ridotta nel 2023 grazie al calo dei prezzi globali. Tuttavia, le incertezze legate al conflitto continuano a influenzare negativamente l’economia italiana.

Uno sguardo al futuro

L’Italia affronta il 2025 con un sistema energetico più diversificato e resiliente, ma le sfide restano significative. La fine dell’importazione di gas russo attraverso l’Ucraina richiede ulteriori sforzi per contenere i costi energetici e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento.

In questo contesto, il ruolo dell’Unione Europea e del Governo italiano sarà cruciale nel definire strategie di lungo termine che tutelino cittadini e imprese, promuovendo al contempo la transizione energetica verso fonti rinnovabili per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e rafforzare la sostenibilità del sistema energetico.

02/01/2025

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