Il ‘XXI Rapporto Inps’ presentato a Montecitorio da Pasquale Tridico, il Presidente dell’Ente previdenziale, fa emergere un dato preoccupante sulle prestazioni pensionistiche degli ex lavoratori e sul futuro previdenziale della generazione X, ossia dei nati tra il 1965 e 1980.
Tricarico ha dichiarato che, nel 2021, 5 mln e 120 mila pensionati, pari al 32% dei cittadini, hanno percepito un assegno mensile inferiore ai 1 mille euro al mese: considerando gli importi delle prestazioni al lordo dell’imposta personale sul reddito, la percentuale sale al 40%.
Secondo l’Istituto, i nati tra il 1965 e il 1980, raggiunta l’età pensionabile, che sarà maggiorata di tre anni rispetto agli anziani, quindi calcolata intorno ai 65 anni, con 30 anni di contributi versati e un salario di 9 euro lordi l’ora, percepiranno una retribuzione di circa 750 euro.
Inoltre, nel rapporto Inps, si evidenzia che nel primo trimestre del 2022, il 23% dei lavoratori, compresi i part-time, hanno ricevuto una retribuzione inferiore a 780 euro al mese, cifra al di sotto della “soglia di fruizione del Reddito di Cittadinanza. A marzo i beneficiari del RdC, pari a 1,5 mln di famiglie (con 3,3 mln di persone coinvolte), hanno ricevuto mediamente “548 euro al mese, molto differenziato tra RdC (577 euro) e PdC, Pensione di Cittadinanza, (248 euro)”.
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