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NUOVA STRETTA SUI CONTRATTI A TERMINE

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Con l’entrata in vigore del decreto "salva-infrazioni UE", il governo italiano ha introdotto significative modifiche alla disciplina dei contratti a termine, puntando a rispondere ai rilievi della Commissione Europea in tema di tutela dei lavoratori e dissuasione contro l’abuso di contratti a tempo determinato. La nuova normativa, frutto della conversione del decreto di settembre, riscrive parti chiave del Jobs Act, portando importanti cambiamenti sia nel settore privato che pubblico.

Contratti a Termine nel Settore Privato: Risarcimenti Senza Limiti

Per quanto riguarda il lavoro privato, il nuovo decreto modifica l’articolo 28 del decreto legislativo n. 81 del 2015, eliminando il tetto di 12 mensilità per i risarcimenti in caso di abuso di contratti a termine. Fino ad oggi, infatti, i lavoratori che si fossero trovati in una situazione di abuso di contratti temporanei potevano ottenere un risarcimento massimo pari a 12 mensilità. Con la nuova norma, però, il lavoratore che riesca a dimostrare di aver subito un “maggiore danno” potrà ottenere un risarcimento superiore, potenzialmente senza limiti, in relazione alla gravità della situazione.

Settore Pubblico: Nuove Sanzioni Contro l’Abuso dei Contratti Temporanei

Anche nel settore pubblico sono previsti cambiamenti in merito ai contratti a termine, attraverso la riscrittura dell’articolo 36 del decreto legislativo 165 del 2001. Per gli abusi sui contratti a termine, il giudice potrà stabilire un’indennità che varia tra 4 e 24 mensilità, in base alla gravità della violazione. Questa misura si configura come un tentativo di rafforzare la tutela dei lavoratori pubblici, offrendo un margine di dissuasione per il datore di lavoro e un possibile ristoro economico per i dipendenti coinvolti.

La Ratio della Nuova Normativa: Le Critiche Europee e la Necessità di Adeguamento

La necessità di una modifica normativa nasce dalle critiche mosse dall’Unione Europea contro l’impostazione del Jobs Act del 2015. Allora, la norma stabiliva una compensazione tra le 2,5 e le 12 mensilità di retribuzione in caso di trasformazione giudiziale del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato, prevedendo anche riduzioni in presenza di specifici contratti collettivi nazionali. Tuttavia, l’UE ha contestato l’efficacia deterrente di queste sanzioni, giudicate inadeguate a tutelare i lavoratori. Con l’obiettivo di conformarsi alle richieste dell’UE, il decreto salva-infrazioni ha così eliminato il principio di mitigazione della sanzione, puntando a scoraggiare l’abuso di contratti flessibili.

Criticità e Dubbi sul Nuovo Assetto Normativo

Il ritorno a una normativa più rigorosa ha però suscitato alcune perplessità. La possibilità di ottenere risarcimenti illimitati potrebbe incentivare un aumento delle controversie, allungando i tempi processuali e incrementando i contenziosi tra lavoratori e datori di lavoro. Questo rischio potrebbe portare ad una congestione delle cause giudiziarie, riportando il sistema alle problematiche precedenti al Jobs Act, che aveva introdotto limiti ai risarcimenti proprio per semplificare i contenziosi.

Una Riforma Progressiva del Jobs Act

Il decreto rappresenta un ulteriore passo verso il progressivo superamento del Jobs Act, dopo altre sentenze importanti della Corte Costituzionale. Negli ultimi mesi, infatti, diverse pronunce hanno introdotto modifiche, come l’allargamento della possibilità di reintegro e la concessione di maggiori tutele per i lavoratori in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Come Funziona la Normativa sui Contratti a Termine

In Italia, un lavoratore può essere assunto con contratto a termine per una durata massima di 12 mesi. In alcuni casi specifici, questa durata può essere estesa fino a 24 mesi, in presenza di necessità come la sostituzione di lavoratori, o in caso di esigenze tecniche, organizzative e produttive definite in contratti collettivi o individuali. Tuttavia, il decreto prevede che, in assenza di ulteriori disposizioni, il limite di estensione sia fissato fino al 31 dicembre 2024.

Le modifiche introdotte dal decreto salva-infrazioni rappresentano un tentativo di conciliare le esigenze di flessibilità del mercato del lavoro con la necessità di proteggere i lavoratori da abusi contrattuali. Tuttavia, resta da vedere se il nuovo quadro normativo sarà in grado di bilanciare efficacemente le esigenze delle imprese con quelle dei lavoratori, garantendo al contempo una giustizia più rapida e una tutela efficace.

13/11/2024

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