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STOP ALLO SMART WORKING SEMPLIFICATO, SI TORNA ALLE VECCHIE REGOLE

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Il panorama lavorativo italiano sta attraversando una fase di transizione significativa. Dopo il periodo tumultuoso e rivoluzionario imposto dalla pandemia di COVID-19, il paese si prepara a un ritorno alle vecchie regole per quanto riguarda lo smart working. Questa transizione è accompagnata da una serie di riflessioni su come plasmare il futuro del lavoro in Italia in modo da garantire un equilibrio tra le esigenze delle imprese e dei lavoratori.

Una delle principali novità è la fine dello smart working semplificato, che era stato introdotto come misura emergenziale durante i momenti critici della pandemia. Ora, sarà necessario affidarsi agli accordi individuali tra aziende e lavoratori per regolare il lavoro da remoto. Questo segna un ritorno al modello stabilito nel 2017, che pone l'accento sull'organizzazione e sui risultati.

Secondo i dati dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, il numero di lavoratori da remoto in Italia è in leggera crescita, passando da 3,570 milioni nel 2022 a 3,585 milioni. Tuttavia, questo è ancora un aumento significativo rispetto al periodo pre-COVID, con un incremento del 541%. Si prevede che nel 2024 il numero di smart worker raggiungerà i 3,65 milioni.

Francesco Rotondi, giuslavorista e fondatore dello studio LabLaw, sottolinea l'importanza di costruire un nuovo modello di smart working legato ai risultati. Questo significa non solo considerare lo smart working come un'opzione per situazioni di emergenza, ma anche integrarlo nell'organizzazione aziendale in modo strutturato e strategico. Rotondi osserva che, se inizialmente c'era scetticismo nei confronti dello smart working, ora si riconoscono i suoi benefici sia sul piano lavorativo che sociale.

Tuttavia, emerge la necessità di una revisione normativa delle leggi del 2017 per adattarle alla realtà attuale. Uno dei principali punti critici è l'adattamento dell'organizzazione aziendale allo smart working. È fondamentale coniugare le esigenze delle imprese con quelle dei lavoratori, riconoscendo lo smart working come uno strumento efficace per conciliare lavoro, cura e vita personale.

In conclusione, il futuro del lavoro in Italia si presenta come un equilibrio delicato tra tradizione e innovazione. Mentre si ritorna alle vecchie regole per lo smart working, è essenziale considerare le lezioni apprese durante la pandemia e adattare le politiche e le normative per rispondere alle esigenze di un mondo del lavoro in continua evoluzione.

02/04/2024

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