Il 2025 si conferma un anno difficile per il comparto apistico nazionale, segnato da un andamento climatico irregolare e da una recrudescenza della varroa, parassita che continua a minacciare la sopravvivenza delle colonie. Eppure, nonostante le difficoltà, il bilancio della stagione mostra luci e ombre: a reggere l’urto è soprattutto il miele millefiori, che in molte regioni si conferma il protagonista delle produzioni.
Secondo la prima mappa elaborata da Miele in Cooperativa, le condizioni meteo estreme – gelate primaverili, ondate di calore precoci, temporali violenti – hanno ridotto in maniera significativa le rese di diverse varietà monoflora. Nel 2024, l’Osservatorio del Miele aveva già segnalato una produzione nazionale di 21.850 tonnellate, in calo rispetto al 2023, con una media di 10-11 kg per alveare contro i 15-20 di un’annata normale.
Nord Italia: acacia in ripresa, montagne resilienti
In Lombardia, il miele di acacia ha vissuto una stagione di rilancio insieme al millefiori, sostenuto dalle fioriture di alta montagna (rododendro, lampone selvatico, multiflora alpino). Bene anche le produzioni in pianura, con varietà aromatiche come timo e achillea.
In Emilia-Romagna, andamento disomogeneo: ottimi raccolti per melata, millefiori e tiglio, discreti castagno e acacia.
Centro Italia: produzioni altalenanti
La primavera difficile ha colpito le Marche, dove l’acacia si è fermata a soli 5 kg per alveare, ma piogge successive hanno favorito coriandolo ed erba medica. In Umbria e Molise il millefiori appenninico ha garantito buoni risultati, con medie tra i 15 e i 20 kg per alveare.
In Toscana, qualità elevata per melata e castagno chiaro, ma forte pressione della varroa.
Sud: contrasti tra coste e aree interne
In Campania, stagione a macchia di leopardo: buone rese per erica e millefiori estivi, deludente il castagno penalizzato dal caldo. Meglio le zone costiere rispetto all’interno del Cilento.
In Puglia i raccolti primaverili di asfodelo e agrumi sono stati azzerati dal meteo, mentre coriandolo e millefiori hanno tenuto grazie alle piogge estive.
Isole: tra crescita e declino
In Sicilia il millefiori ha raddoppiato i volumi rispetto al 2024, accompagnato da un buon raccolto di agrumi. Al contrario, in Sardegna si registra un crollo del 70% per l’eucalipto rosso, una varietà iconica minacciata dal cambiamento climatico.
Prospettive per il settore
Il quadro complessivo resta in chiaroscuro, ma le cooperative segnalano un “cauto ottimismo”. Il millefiori si conferma il pilastro produttivo, mentre la diversificazione geografica e varietale aiuta a compensare le perdite locali. Resta aperta la sfida della varroa, sempre più resistente ai trattamenti, e quella del clima estremo, che impone nuove strategie di adattamento.
Per le imprese apistiche italiane, il 2025 rappresenta dunque un anno di transizione: tra difficoltà strutturali e segnali di resilienza, la competitività del settore passa da ricerca, innovazione e capacità di fare rete sui territori.
08/09/2025
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