La Commissione europea difende l'accordo sui dazi raggiunto con gli Stati Uniti, rigettando le accuse di aver ceduto troppo a Washington. Nel mirino delle polemiche c'è la presidente Ursula von der Leyen, accusata da alcuni governi europei, come quello francese, di essersi piegata alle richieste dell’amministrazione Trump. Tuttavia, secondo Bruxelles, l’intesa è stata costruita in stretto coordinamento con gli Stati membri e rappresenta, nei fatti, un compromesso che ha evitato scenari ben peggiori per le imprese europee.
A chiarirlo è stato Olof Gill, portavoce della Commissione europea per il Commercio: “La Commissione ha fatto quello che gli Stati volevano. La collaborazione con i governi nazionali e con le industrie europee è stata senza precedenti”. Gill ha inoltre sottolineato che, pur esistendo divergenze tra i Paesi UE, l’obiettivo comune era garantire “stabilità e prevedibilità” per le imprese, in un contesto economico globale turbolento.
Dazi ridotti, ma pesanti per alcuni settori
I nuovi dazi USA imposti sull’export europeo si attestano al 15%, la metà di quanto inizialmente minacciato (30%). “Non sono un matematico, ma 15% è meno del 30%”, ha commentato Gill, a sottolineare la portata del risultato raggiunto. Tuttavia, per Paesi esportatori come la Polonia, le conseguenze restano gravi. Il premier Donald Tusk ha stimato in 8 miliardi di zloty (circa 1,9 miliardi di euro) le perdite per le imprese polacche, pur riconoscendo che “un accordo difficile è preferibile a una guerra tariffaria insensata tra alleati”.
Alcolici e settori strategici: trattative in corso per esenzioni
Particolare attenzione è rivolta ora a settori sensibili come quello vitivinicolo e degli alcolici, con la Commissione impegnata a negoziare esenzioni o dazi ridotti. “Stiamo facendo tutto il possibile per proteggere i settori chiave dall’impatto della tariffa generalizzata”, ha assicurato un portavoce della Commissione.
Sul fronte energetico, l’impegno UE ad acquistare fonti fossili dagli Stati Uniti per 750 miliardi di euro nei prossimi tre anni ha suscitato interrogativi, ma Bruxelles rassicura: “Non contraddice gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050”, ha dichiarato Anna-Kaisa Itkonen, portavoce per l’Energia.
Divisioni tra Stati UE, oggi confronto a Bruxelles
Nel pomeriggio di oggi, i rappresentanti permanenti dei 27 Paesi UE si confronteranno sull’intesa, in un Coreper che non prevede voto ma servirà a sondare gli umori delle capitali. Mentre Parigi parla di “giorno buio” per l’Europa, Berlino e Varsavia riconoscono la portata del compromesso. Entro il primo agosto è attesa una dichiarazione congiunta USA-UE che ufficializzerà l’accordo.
Scenario globale: negoziati paralleli USA-Cina
Mentre l’Europa cerca una linea comune, gli Stati Uniti portano avanti colloqui con la Cina, a Stoccolma, per evitare una nuova escalation commerciale. In ballo c’è la proroga della tregua sui dazi in scadenza il 12 agosto.
Conclusione
In un contesto di incertezza globale e frammentazione interna all’UE, la Commissione europea rivendica il risultato ottenuto con gli Stati Uniti come il “male minore” per l’economia continentale. Resta da capire se le imprese colpite, in particolare nei settori agricolo e manifatturiero, riusciranno a reggere l’urto e se i governi nazionali faranno fronte comune, o se prevarranno divisioni che rischiano di indebolire ulteriormente la posizione negoziale europea sui mercati internazionali.
29/07/2025
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