La tanto attesa ‘riforma del telemarketing’, annunciata a gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri, finalmente è diventata realtà. Da oltre dieci anni, i cittadini che desiderano bloccare le insistenti chiamate sulle linee fisse degli operatori, che propongono la vendita di beni e servizi, possono iscriversi al ‘Registro delle Opposizioni’.
Da ieri, 27 luglio, lo stesso servizio è attivo anche per la telefonia mobile, mettendo così fine al ‘telemarketing selvaggio’. I call center non possono più liberamente contattare un numero, nazionale, fisso e cellulare ma devono consultare il nuovo Registro: in caso di violazione, l’azienda rischia una multa pari al 4% del fatturato totale annuo e gli operatori fino a 20 mln di euro.
I cittadini per poter iscrivere il proprio numero al ‘Registro Pubblico delle Opposizioni’ hanno a disposizione 4 canali differenti di contatto: numero verde, e-mail, web e raccomandata. Nonostante la riforma limiti un’alta percentuale di chiamate indesiderate, riguarda solo a call center e società specializzate in indagini pubblicitarie ubicati in Italia: quelli all’estero possono continuare a contattare le persone senza incorrere in sanzioni
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