A tutti sarà capitato di vedere spuntare in giro come funghi delle colonnine con tanto di piazzola di sosta annessa: attualmente è il metodo di ricarica più diffuso.
Sul mercato sono presenti diversi gestori che permettono di effettuare la ricarica tramite delle card o app, sia a consumo che tramite abbonamento. La modalità di ricarica è semplice: si cerca la colonnina tramite la app del gestore, si abilita il pagamento e si connette il cavo all’automobile. Lo stato della ricarica si può controllare dal display della colonnina o dalla app.
Per caricare l’auto a casa si può sfruttare una comune presa di corrente. Avendo l’accortezza, al limite, di avere una dotazione domestica in kW abbastanza “robusta” per poter fare anche altre attività mentre la macchina è collegata, spendendo mediamente 20 centesimi per KW/h. Per avere una autonomia di un centinaio di km, si spendono all’incirca 4 euro per una macchina di media cilindrata.
Per ricaricare un’auto elettrica con le colonnine è necessario distinguere tra colonnine in AC (corrente alternata, da 11 e 22kW), DC (corrente continua, da 50kW) e HPC (High Power Charging, fino a 350kW).
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