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INNOVAZIONE FARMACEUTICA: LE AZIENDE IN PRIMA LINEA

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L’innovazione farmaceutica rappresenta il cuore pulsante della medicina moderna. Vivendo in un mondo in costante evoluzione, la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci rappresentano la soluzione più efficace per affrontare le sfide globali legate alle malattie. Solo in questo modo, del resto, è possibile migliorare gli standard di cura e contribuire a plasmare il futuro della sanità. Ne abbiamo avuto prova nel passato recente, durante la pandemia. Ne abbiamo avuto ulteriore testimonianza dal record storico di oltre 20.000 medicinali attualmente in fase di sviluppo in tutto il mondo, destinati a trattare una vasta gamma di patologie. In questo articolo, dunque, approfondiremo lo stato attuale del settore e le prospettive per il futuro.

Investimenti in ricerca e sviluppo

Le aziende farmaceutiche, sin dalla loro fondazione, hanno assunto una posizione di leadership dal punto di vista dell’innovazione. Da sempre, infatti, sono in prima linea nell’ambito della scoperta scientifica, mettendo in gioco risorse finanziarie particolarmente elevate ed un grande capitale umano per tradurre la ricerca di base in terapie e cure in grado di rivoluzionare nel profondo il panorama di riferimento. Si registrano investimenti di miliardi di dollari in ricerca ogni anno, investimenti che hanno l'obiettivo di individuare e sviluppare nuove molecole e terapie che possano rispondere alle esigenze mediche emergenti. Solo nel nostro paese la spesa ha raggiunto 1,8 miliardi di euro, di cui oltre 700 milioni per studi clinici. Le domande di brevetto farmaceutico sono aumentate tra il 2019 e il 2022 del 27%, più della media dei Big UE nella farmaceutica (+15%).

L’importanza della collaborazione tra aziende e istituti di ricerca per favorire l’innovazione farmaceutica

Al giorno d’oggi, risulta innegabile l’importanza della collaborazione tra aziende, istituti di ricerca e terzi attori (vedi i produttori di macchinari destinati al settore farmaceutico, come Lasttechnology.it). Si tratta, in vero, di un pilastro fondamentale per il progresso scientifico e per l’implementazione del settore delle cure mediche. Attualmente c’è bisogno di un’azione sinergica tra i soggetti coinvolti, utile ad affrontare le sfide complesse concernenti lo sviluppo di nuovi farmaci, ottimizzando i risultati e accelerando i tempi di commercializzazione degli stessi.

Sono diversi i motivi che rendono necessario un approccio di questo tipo. Di sicuro, collaborando in favore del bene comune è possibile accedere a conoscenze e risorse in maniera complementare, oltre a condividere e sfruttare al massimo il potenziale di ambo le parti. Tutto questo, offre una notevole accelerazione del processo di scoperta e sviluppo.

Ovviamente, l’innovazione farmaceutica esercita un ruolo importantissimo anche in un’ottica economica. Le aziende farmaceutiche, infatti, sono tra le principali a contribuire al progresso tecnologico e all’aumento di ricchezza all’interno dei vari Paesi del mondo. Nel 2022 i ricavi dell’industria farmaceutica italiana hanno ripreso a crescere, attestandosi a 14,3 miliardi di euro (+12,6% rispetto al 2021). Da sola, rappresenta il 2% del pil. Il solo settore della ricerca delle aziende farmaceutiche vale il 6,3% del totale degli investimenti del Paese, con messa a punto e sviluppo di farmaci biotech, vaccini, emoderivati, terapie avanzate e farmaci orfani. Ovviamente, in questo panorama sono importanti gli studi clinici: per 1 euro investito il beneficio economico complessivo è 2,8 euro..

Quale futuro?

Quello che sappiamo è che tra il 2023 e il 2028 gli investimenti da parte delle imprese farmaceutiche raggiungeranno i 1.600 miliardi di dollari, di cui l’80% in network innovation (a livello globale). Quali sono gli obiettivi dichiarati? Tra le sfide più ambiziose c’è quella di ridurre l’impatto ambientale dei siti produttivi, senza trascurare quello delle sedi amministrative o delle reti di vendita. Ovviamente al centro resta lo sviluppo e il progresso: è anche grazie agli sforzi del settore che oggi 2 persone su 3 con una diagnosi di cancro superano i 5 anni, che l’infezione da Hiv è diventata una patologia cronica, che la mortalità per malattie croniche e cardiovascolari è fortemente diminuita.


19/07/2023

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